LE PAROLE SAGGE DEL NONNO SILVERIO

Un giorno, mentre fuori pioveva, mentre la pioggia batteva le sue gocce sul vetro della piccola finestra della stalla, quel vetro che volgeva lo sguardo sul grande cortile davanti alla nostra casa, io e il nonno Silverio eravamo sdraiati sulle foglie in attesa che lui iniziasse ad accudire le mucche.
Io, un poco triste forse a causa della giornata piovosa che mi impediva i giochi, me ne stavo tutto raggomitolato accanto al nonno cercando di accarezzargli i capelli quando lui, accarezzandomi una guancia mi disse:
"Ei! Sellin, la sai la storia dei sentimenti e di quando essi sono apparsi per la prima volta sulla terra?"
Io, ancora bambino sotto i dieci anni, che conoscevo benissimo questi sentimenti, mi incuriosii e gli dissi di raccontarmi quella storia.
Allora lui iniziò a raccontarmi quanto segue:
<<Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualita degli uomini.
Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia, come sempre un po' folle, propose:
"Giochiamo a nascondino!"
L'interesse alzó un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese:
"A nascondino? Di che si tratta?"
"E' un gioco in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderá il mio posto per continuare il gioco" spiegò la pazzia.
L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia.
L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia alla quale non interessava mai niente.
Però non tutti vollero partecipare.
La verità preferì non nascondersi, perché, se poi alla fine tutti l'avessero scoperta, cosa sarebbe successo?
La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea).
La codardia preferì non arrischiarsi.
"Uno, due, tre..." cominció a contare la pazzia.
La prima a nascondersi fù la pigrizia che si lascio cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso.
La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla cima dell'albero più alto.
La generosità quasi non riusciva a nascondersi.
Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici.
Che dire di un lago cristallino?
Ideale per la bellezza.
Le fronde di un albero?
Perfetto per la timidezza.
Le ali di una farfalla?
Il migliore per la voluttà.
Una folata di vento?
Magnifico per la libertà.
Così la generositá finì per nascondersi in un raggio di sole.
L'egoismo, al contrario, trovó subito un buon nascondiglio, ventilato,confortevole e tutto per se'.
La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non é vero, si nascose dietro l'arcobaleno).
La passione e il desiderio al centro dei vulcani.
L'oblío...non mi ricordo...dove?
Quando la pazzia arrivó a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto ove nascondersi poiché li trovava tutti occupati, finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" contò la pazzia, cominciando poi a cercare.
La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra.
Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani.
Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo.
L'egoismo non riuscí a trovarlo.
Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.
Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza.
Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblío che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.
Solo l'amore non le appariva da nessuna parte.
La pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e, quando stava per darsi per vinta di non trovarlo,scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami.
Quando, all'improvviso, si udí un grido di dolore:
le spine avevano ferito gli occhi dell'amore...!
La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi.
Pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.
Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra,l'amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna.>>

La storia raccontatami dal nonno Silverio, lo devo confessare, mi ha commosso veramente e mi ha fatto capire che ogni uomo deve saper capire sempre dove trovare l'amore tra gli esseri umani di questa terra.
L'amore, infatti, e' una perla preziosa che deve essere considerata nella medesima maniera con cui un bimbo raccoglie un fiore nel campo.
Voi sapete come facevo io a raccogliere le margheritine seguendo gli insegnamenti del nonno Silverio?
Dopo aver individuato il fiore io mi accostavo accanto, lo guardavo, lo accarezzavo e, poi, lentamente, lo prendevo per lo stelo e lo strappavo delicatamente avendo cura di non rovinare il resto della pianta.
fatta questa operazione, un poco preoccupato per il dolore inevitabile che gli avevo creato, lo portavo immediatamente in casa per riporlo in un bicchiere colmo d'acqua.

Opzioni di sistema

Per tornare all'inizio della pagina clicca qui sotto.
Torna all'inizio della pagina
Per tornare alla pagina iniziale della Grande Metropoli clicca qui sotto.
Torna alla pagina iniziale della Grande Metropoli
Per tornare alla pagina principale clicca qui sotto.
Torna all'inizio

martedì 23 ottobre 2001 23.37.47